Di rilevante interesse storico, tanto da rientrare nel prestigioso club dei "borghi più belli d'Italia", Aieta ospita chiese e palazzi notevoli sotto il profilo storico e artistico. Il toponimo di origine greca deriva probabilmente da aetòs, «aquila», per la posizione del borgo alle pendici dei monti. Posto sotto le rocce dove nidificava l’aquila, che nel nome e nello stemma evoca radici greche, rinnovate nei riti bizantini della distrutta chiesa di San Nicola, Aieta è villaggio dalla vista lunga, infatti dalla sua posizione privilegiata è possibile spaziare dalla dolcezza mediterranea del golfo di Policastro ai rudi contrafforti dell’Appennino, in un bel gioco di contrasti.
Esempio mirabile di questa magnifica cornice è il Palazzo rinascimentale Martirano-Spinelli, raro esempio di architettura rinascimentale in Calabria. Tra gli edifici religiosi, spicca la chiesa madre, dedicata a Santa Maria della Visitazione, realizzata nel XVI secolo su impianto di età normanna. Posto a circa 524 m s.l.m., il borgo di Aieta vanta tradizioni culturali ed enogastronomiche tipicamente di montagna, capaci di soddisfare ogni genere di palato oltre che affascinare lo sguardo dei suoi visitatori con le sue viuzze e anfratti che tengono desta l’attenzione del visitatore in ogni momento della visita.
Benché si trovi a pochi chilometri dall’antistante costa tirrenica, Aieta è parte integrante del Parco Nazionale del Pollino. Inoltre la sua origine medievale e le sue stradine strette e in dislivello riportano agli anni intorno al Mille, quando in queste contrade giunsero gli abitanti della cittadina magnogreca, lucana e poi romana, di Blanda Julia, abbandonata perché esposta alle scorrerie dei corsari saraceni.