Il Castello di Squillace domina il paese dal punto più alto del colle. Di origine Normanna, nel corso dei secoli viene infeudato da diverse famiglie: i Lancia, i Monfort, i Del Balzo, i Marzano, fino al 1485, momento in cui il castello tornà sotto il controllo diretto di Federico d’Aragona, futuro re di Napoli. Nel 1494, il castello passò per matrimonio alla famiglia Borgia, di cui troneggia lo stemma in marmo sul portale d’entrata.
La famiglia dei Borgia resse il castello fino al 1729 quando per mancanza di eredi tornò a far parte del demanio reale. Declassata a Marchesato, Squillace nel 1755 passò sotto la famiglia De Gregorio, che detenne il castello fino al 1783, quando un violento terremoto sconvolse e distrusse l’intero borgo.
Dal punto di vista architettonico il castello è organizzato intorno al donjon, un grande torrione rettangolare di oltre 10 m di larghezza che costituisce di per sé la fortezza. I normanni costruirono l’edificio in pietra locale, vale a dire in granito e non in mattone, come invece costruivano i romani e i bizantini. Il donjon ci dà un'immagine molto suggestiva della cittadella fortificata normanna che, quale simbolo della presenza del potere feudale, al contempo, protegge e sorveglia la città che si sviluppa ai suoi piedi.
Nel corso del XII secolo fu costruito il primo vero e proprio muro di cinta, a protezione del torrione, e realizzata la prima via di fuga. Fu, inoltre, costruita un’aula rettangolare, il Palazzo, dotato di bagni in cui era possibile bagnarsi con acqua calda e fredda. A questo scopo l'imperatore fece costruire due grandi cisterne per la conservazione dell'acqua piovana, una collocata al piano terra del torrione normanno e una tra il torrione e il palazzo. Con l’avvento degli Angioini, la cinta muraria venne ulteriormente modificata, con l’aggiunta di una torre circolare a protezione dell’entrata al castello.
Gli ultimi ad apportare modifiche importanti al castello furono i Borgia, che edificarono un grande palazzo sulle macerie di quello federiciano. Dotato di grandi finestroni rettangolari che affacciano sui prospetti sud ed ovest, l’edificio non fu però mai terminato.