Attiguo al borgo di Fiumefreddo Bruzio, annoverato tra i più affascinanti borghi d’Italia, il Castello della Valle o Castel Freddo, edificato intorno al 1050 da Roberto il Guiscardo, re normanno, con lo scopo di contenere gli assalti dei nemici. Magnifico il panorama sul mare e sulla costa tirrenica, dove volgendo lo sguardo a sud nelle giornate terse, si riescono a scorgere la Sicilia e il vulcano Stromboli, mentre la vista nord dà sul centro storico del borgo.
Un recinto di pietra lo divideva dall'abitato e un ponte levatoio fungeva da accesso settentrionale, con un bel portale cinquecentesco. Una scala a chiocciola conduceva ai piani alti, dove sorgeva l'abitazione del feudatario.
Tuttora si osservano i resti delle due torri circolari che, nel '500, sostituirono quelle quadrate costruite dagli Svevi. Sulla facciata resistono alcune belle finestre di tufo lavorato, mentre i sotterranei, in gran parte recuperati, sono stati adibiti a sale espositive e sala convegni.
Il maniero venne visitato anche dal pittore e scenografo Salvatore Fiume, che un giorno, mentre rientrava dalle sue vacanze in Sicilia, decise di recarsi a Fiumefreddo, dove rimase affascinato dai ruderi del castello.
Fiume volle omaggiare il luogo con un primo ciclo di murales ispirati alla vita medievale del borgo e realizzati sulle pareti superstiti del castello. Quel ciclo vivacissimo e stupefacente di tredici affreschi noto come “Stanza dell’Eden”, che raffigura il piccolo borgo come un paradiso terrestre, fu solo il primo di una preziosa serie di doni artistici che Salvatore Fiume volle lasciare alla cittadinanza e che culminarono con la decorazione della cupola della piccola Chiesa di San Rocco.
Esattamente nel 1975 il paese ai piedi di Monte Cocuzzo accolse con entusiasmo la proposta del maestro Fiume di rivitalizzarne, gratuitamente, il centro storico con alcune opere. Negli anni 90 collocò una scultura di bronzo in ciascuna delle due piazze panoramiche che affacciano sul Mar Tirreno.
Nel 1996 tornò a ridipingere le pareti interne del castello dopo che gli affreschi originali erano stati distrutti dalle intemperie.