Gallicianò è un borgo di circa 60 abitanti, frazione del Comune di Condofuri, in provincia di Reggio Calabria, definito anche l’Acropoli della Magna Grecia in Calabria, poiché è l'unico borgo tuttora interamente ellenofono, anche se il greco di Calabria anche qui permane utilizzato in un ambiente sempre più esclusivamente domestico.
Grazie al suo isolamento, ha mantenuto intatte le tradizioni culturali, artigianali, musicali e coreutiche ed ha sviluppato nei suoi abitanti un forte spirito di aggregazione ed ospitalità, caratteristiche peculiari dei Greci di Calabria. Nonostante sia scarsamente popolato, Gallicianò è riconosciuto come “capitale” della musica, che assieme al canto e alle danze costituisce per gli abitanti di Gallicianò un’autentica arte, che rendono il borgo un luogo fortemente ospitale.
Il piccolo centro storico si distribuisce attorno alla piazza con la chiesa di San Giovanni Battista, adagiato sulla montagna a 621 m s.l.m.
Di grande importanza per il patrimonio storico-culturale è stata l’apertura al culto, nel 1999, della piccola chiesa ortodossa di Panaghìa tis Elladas (Madonna dei Greci). La chiesetta Bizantina, di impianto contadino, edificata ristrutturando una casa in pietra nella parte alta del paese, è aperta al culto e rappresenta la testimonianza, in un rinnovato clima ecumenico, di un ritorno da pellegrini degli ortodossi in siti di culto greco. La ristrutturazione è dovuta alla figura dell’architetto Domenico Nucera di Gallicianò. Accanto alla chiesetta è stato costruito anche un piccolo anfiteatro che si affaccia sulla valle dell'Amendolea. Pochi anni fa vi si è ristabilita dopo secoli una piccola comunità di monaci greco-ortodossi.
Nel borgo è visitabile anche un Museo Etnografico dedicato ad Angela Bogasari Merianoù, la filosofa greca giunta a Gallicianò negli anni ‘70, alla scoperta della questa piccola comunità con cui condivideva le origini. La struttura museale è stata realizzata con materiali donati dagli stessi paesani, convinti che fosse l’unico modo per mantenere viva la memoria di un borgo che piano piano sta scomparendo.
A Gallicianò è possibile dissetarsi in quella che viene chiamata “Fontana dell’Amore”, così denominata perché lì anticamente si incontravano i fidanzati.